Prima domenica di giugno riflettori accesi sul Parco Nazionale del Pollino, protagonista assoluto della sesta prova del Trofeo dei Parchi Naturali: la Marathon degli Aragonesi.
Oltre quattrocento atleti hanno riscaldato l’atmosfera, già cocente, di Castrovillari, e ammirato la porta di ingresso del versante calabro del Pollino. La partenza, puntuale, è alle 8.40.
Un vialone largo e polveroso fa crescere subito l’adrenalina in campo, sembra di essere alla Salento, meglio mantenere la bocca chiusa.
Terminata, presto, la polvere, una salita di circa 4 km, larga ma con rocce smosse, delinea le posizioni di testa.
Il lungo serpentone aggiunge colore allo spettacolo naturale del Pollino, dipinto dei suoi colori più belli: il giallo, delle ginestre, il verde, della macchia mediterranea, il marrone, della terra bruciata dal sole.
Paolo Colonna e Tony Vigoroso, ASD Rolling Bike, Giuseppe Pellegrino, Torpado Racing Team, e Roberto Semeraro, Team Eracle, si dimostrano fin da subito i più pimpanti e guadagnano presto un piccolo margine sul gruppo inseguitore.
Si sale di buon ritmo ma le discese che si districano nella morsa, stretta, della macchia mediterranea costringono a guidare la bici. I biker non hanno margini per assecondarla. Chi ha manico qui può fare la differenza, più qui che in salita.
Dopo una piccola pineta è rock garden: single track tecnico e roccioso, in discesa, che da ritmo alle braccia e accompagna la gara ai piedi di lei, l’Imperticata, la salita simbolo del Trofeo dei Parchi Naturali.
È trascorsa già un’ora di gara e le rampe dell’Imperticata sono lì in attesa di far male. Non bastasse, il sole, in giornata di grazia, troppa grazia, forse, rende il tutto ancor più faticoso.
Si sale, tornanti, secchi, guadagnano frettolosamente quota. Le rampe verticali sfiorano il 30% di pendenza mentre il termometro, non da meno, sfiora i 40 di temperatura.
Si soffre con il sole che picchia come un pugile inferocito. Tanti si arrendono e tornano indietro. Quella di oggi non è una giornata qualsiasi ovvero non è una gara qualsiasi.
In testa al gruppo, i magnifici quattro, si scambiano le posizioni di testa, con diversi tentativi di allungo che durano pochi chilometri.
In pancia e in coda al gruppo la fatica è amplificata. La salita è durissima ma a far male è soprattutto la brace a cielo aperto.
I ben quattro punti ristoro in appena 7 km risollevano un po' forze e morale e in uno dei tratti più soleggiati gli organizzatori gettano con una pompa un po' d’acqua fresca sugli atleti. Per Francesco Ierardi, ASD Silvia Bruta, e per tanti suoi colleghi, è l’apparizione della Madonna.
Terminato il tratto più difficile la Marathon degli Aragonesi si fa ora strada tra le mandrie di bovini e cavalli, spettatori curiosi e non paganti. La vegetazione comincia a cambiare, sulla sinistra le faggete del Pollino, Patrimonio Unesco, mentre sulla destra la vista si allarga sul Golfo di Taranto.
Da qui la marcia di maratoneti e granfondisti si divide. Paolo Patti, Pianopoli Bike Team, si invola solitario verso la vittoria della Granfondo mentre i maratoneti devono ancora faticare, tanto, per conquistare la quota massima di giornata: i 1730 metri di Piano di Fossa dove potranno ammirare i secolari pini loricato, simbolo del Pollino. Nel tratto di Fagosa, la faggeta più grande del mondo, i biker trovano accesa un po' d’aria condizionata, dagli oltre 40 gradi le temperature scendono, come per regalo, a circa 25.
Il fresco risolleva le energie ma il tracciato resta insidioso. Quasi al buio tra gli alberi, fitti e alti,
le foglie hanno riempito i diversi canaloni scavati dalle piogge nascondendo rametti e pietre insidiose.
Colonna, abile discesista, crea margine alle sue spalle. Il suo compagno Vigoroso, non rischia, tenendo occhio alla generale del Trofeo dei Parchi Naturali, Semeraro cade rovinosamente rompendo ben sei raggi della ruota anteriore.
Ritornati allo scoperto la prova calabrese fa ancora male, con brevi e ripidissimi strappi, che si alternano a discese veloci in single track roccioso, che il biker lucano Vito Buono ribattezzò, a ben ragione, videogiochi.
Quando tutto sembra finito, a Frascineto, la strada che riporta verso l’arrivo a Castrovillari sembra proprio non voler finire mai: altri venti minuti, per i primi, tra salite in asfalto che amplificano e fanno da specchio al sole, polvere, discese veloci e single track.
Sul traguardo Colonna bissa la vittoria della scorsa edizione, Vigoroso e Pellegrino, staccati di pochi secondi, completano un podio di assoluto livello.
Tra le donne la lituana Greta Karasiovaite, Torpado Factory Team, fa gara in solitaria e impressiona per il ritmo costante dal primo all’ultimo metro.
Sul nostro amato Pollino i riflettori restano accesi fino al 17 Luglio, quando andrà in scena la veterana Pollino Marathon, settima prova del Trofeo dei Parchi Naturali e prova Prestigio di MTB Magazine.
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